martedì 23 febbraio 2010

mio compleanno..

E così oggi è il 23.. e domani già il 24, il giorno del mio compleanno..
Non sento niente dentro.. O forse solo un po’ di tristezza.. ma ormai ci sono abituata..
È il quinto compleanno che festeggio senza di lei.. dal mio dodicesimo..
Ricordo che la settimana prima del mio compleanno era stata ricoverata, però mai avrei pensato che avrei dovuto compiere 12 anni senza di lei.. e invece..
Quell’anno il 24 cadeva di venerdì, quindi avrei festeggiato con alcuni miei compagni di classe il giorno dopo.
Il sabato precedente io e mia sorella eravamo dai nostri zii, ma papà è tornato a prenderci e ci ha portato a far visita alla mamma.. io ero felice, ma tanto agitata: sapevo che ci sarebbe stato imbarazzo e il fatto di non poter prevedere le mie emozioni e reazioni mi rendeva inquieta.
Arrivammo e lei ci stava aspettando in corridoio (non ci era permesso di entrare nel suo reparto). Non mi ricordo bene cosa successe, ma ricordo che L. si mise a piangere e papà la portò a fare un giro, lasciando me sola con lei. Iniziammo a parlare e poi si arrivò alla questione “compleanno”. Mi chiese cosa avevo intenzione di fare con le mie amiche e poi, cautamente, mi disse che temeva di non poter tornare a casa in tempo per festeggiare con me. I miei occhi si riempirono di lacrime, ma per non farla star male, mi voltai nella direzione in cui erano spariti L. e papà (facendo finta di controllare se stavano tornando) nel tentativo di nasconderle la mia delusione.. cercai di ricacciare indietro le lacrime, ma le sentivo premere agli angoli degli occhi.. era difficile non manifestare il mio dolore.. non me l’aspettavo.. non l’avrei mai pensato possibile.
Quando riuscii a controllarmi un pochettino, mi aiutò a pianificare bene tutta la giornata: gli invitati, il cibo, la torta..
Non mi ricordo come mi fece gli auguri, non mi ricordo come andò la festa. Ricordo che dovetti pensare ad una scusa da raccontare ai miei compagni per motivare l’assenza di mia madre (loro non sapevano nulla).. per il resto buio totale.
Di quei giorni, però, ricordo le lacrime..
Per quanto riguarda i miei 13 anni andò in maniera diversa.
Festeggiai con le mie amiche il giorno prima e lei c’era, mi fece anche la torta. La notte però la passò in bagno a vomitare e il giorno del mio compleanno feci giusto in tempo a salutarla prima che papà la portasse all’ospedale.
Mio nonno ci venne a trovare e quando gli dissi che non erano a casa perché era stata male, lui disse: “però! Il giorno stesso del tuo compleanno è dovuta andare in ospedale! Che fortuna!”.. sarei scoppiata a piangere davanti a lui se non avessi trovato un diversivo per fargli cambiare argomento. Così gli dissi che avevano piantato dei nuovi pini in giardino, lui uscì a vederli e io non riuscii a trattenermi..
è stato un gesto veramente sensibile da parte sua! Poteva evitare di rigirare il coltello nella piaga! Come se non ci avessi fatto su abbastanza pensieri! Come se non l’avessi notato da sola!
Avrei voluto urlargli un GRAZIE rabbioso.. ma mi sono trattenuta. Mi sembrava una cosa inutile..
Per quanto riguarda mia madre rimase in ospedale per qualche settimana..
Gli altri compleanni li dovetti festeggiare da sola, inutile spiegare.
Il quattordicesimo compleanno fu in parte come questo.. non sentivo niente. Era un sabato e la mattina c’era lezione. Fu una giornata di scuola come tante altre fino a quando, improvvisamente, scoppiai a piangere senza preavviso. Un attimo prima stavo leggendo il racconto, l’attimo dopo non riuscivo più a distinguere le lettere attraverso il velo di lacrime..
Il quindicesimo compleanno speravo di poterlo festeggiare in maniera un po’ diversa, insieme ad una persona importante per me. Si trattava di J. (l’amica di cui già vi ho parlato), con cui avevo stretto una forte amicizia, e che, coincidenza, è nata il mio stesso giorno. Ma la settimana prima scappò di casa (convinta da una cugina str****), le cose le sfuggirono di mano e si ritrovò qualche giorno prima del nostro compleanno ricoverata in una struttura di psichiatria infantile.. quindi anche quel giorno non è stato dei migliori (l’ho passato con lei, ma ero tristissima)..
Ed ora il mio sedicesimo.. e ci siete voi. Grazie..
Vi lascio con due immagini che mi “racchiudono”..

La prima sono io da piccolina.. devo aver avuto tre anni o meno. Sembro più grandicella, ma, anche se sono nata prematura, sono stata sempre più alta della media (papà diceva che secondo lui hanno sbagliato le dosi dei vari farmaci che mi hanno dato per farmi raggiungere il peso minimo per poter uscire dall’ospedale)..
L’altra invece non sono io, ma ci assomiglio un sacco! Quando l’ho vista ho pensato “ma quella sono io!”.. stessi capelli, stessa corporatura.. solamente le mie gambe non sono così magre! XD
Ora vi lascio e vado a leggere
Un abbraccio

p.s. domani avevo l’appuntamento con la psicologa, ma sta male.. perciò è saltato.. uffa.. mi sarebbe servito. E poi non ho voglia di passare tutto il pomeriggio a casa da sola (domani L. fa il pomeriggio).. pure questa, uffi!
p.s.2: la mano ancora fa male e spesso diventa violacea.. non sanno dirmi cos’è. Abbiamo chiamato per fissare l’appuntamento per la capillaroscopia e.. indovinate? È libero a MAGGIO!!! Cioè, io dovrei aspettare altri 3 mesi?! Ma siamo matti! Neanche per fare la visita dall’oculista (che è ben meno importante) ho aspettato così tanto! Spero di poterne fare altri prima, perché la situazione sta diventando pesante..
Sono senza parole. Questa è la sanità. Uao.

domenica 21 febbraio 2010

Per tutti voi!

Il mondo insieme a te

Forse non sarei come sono adesso..
Forse non avrei questa forza addosso..
Forse non saprei neanche fare un passo..
Forse crollerei, scivolando in basso..
Invece tu sei qui e mi hai dato tutto questo..
Invece tu sei qui e hai rimesso al proprio posto
i più piccoli pezzi della mia esistenza,

componendoli, dando loro una coerenza.

Come è bello il mondo insieme a te:
mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è
da sempre, solo che io non sapevo come fare
per guardare ciò che tu mi fai vedere.
Come è grande il mondo insieme a te:
è come rinascere, vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose,
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.

Forse non avrei mai trovato un posto..
Forse non potrei regalarti un gesto..
Forse non saprei neanche cosa è giusto..
Forse non sarei neanche più rimasto..
Invece tu sei qui: sei arrivata per restare..
Invece tu sei qui: non per prendere o lasciare,

ma per rendermi ogni giorno un po' migliore,
insegnandomi la semplicità di amare..

Come è bello il mondo insieme a te:
mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è
da sempre, solo che io non sapevo come fare
per guardare ciò che tu mi fai vedere.
Come è grande il mondo insieme a te:
è come rinascere, vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose,
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.

Come è grande il mondo insieme a te:
è come rinascere, vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose,
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.



Amici miei, questa la dedico ad ognuno di voi.. perché siete importantissimi per me.. perché senza di voi non so cosa farei.. senza di voi “Forse non sarei come sono adesso.. Forse non avrei questa forza addosso.. Forse non saprei neanche fare un passo.. Forse crollerei, scivolando in basso..”..
Mi avete fatto capire che ci sono molte cose per cui vale la pena stringere i denti ed andare avanti, mi avete fatto aprire un pochino gli occhi, tanto quanto basta per vedere un po’ di luce..
La vostra amicizia è una pietra preziosa: anche se piccola (nel senso limitata dalla lontananza) vale una fortuna. E, in questo periodo così difficile, è per me come l’ossigeno: senza non potrei riuscire ad andare avanti.

Dedico questa canzone in particolare a Dony, che è tutto per me.. che ha ritrovato un po’ di forza ed è tornata.. Grazie mille, mi hai resa un po’ più felice. “Invece tu sei qui: non per prendere o lasciare, ma per rendermi ogni giorno un po' migliore, insegnandomi la semplicità di amare..”.. ti voglio bene..

È una canzone bellissima secondo me.. spero possa piacere anche a voi.
Buona notte a tutti

venerdì 19 febbraio 2010

Evaluna -- un Grazie speciale a tutti

Evaluna, ma dove sei?
Mi manchi un sacco! =(
La tua sparizione è stata così improvvisa e inaspettata! Non capisco cosa possa essere accaduto.
So solo che in quasi nessuno dei miei post manca un tuo commento, ci sei sempre stata e se, per caso, capitava che ti dovessi assentare per un po', mi hai sempre avvisata (sia quella volta che sei andata in montagna, sia quando hai avuto bisogno di un po' di tempo per pensare e ritrovare la strada giusta..).. anche le altre iniziano a preccuparsi.
Spero solo non sia successo nulla di grave e che tornerai presto da noi..
Mi sento persa senza te.. ti prego, torna presto o facci avere tue notizie.
Poi si avvicina il mio compleanno (accidenti è fra pochissimi giorni!) ed è il periodo più difficile da superare.. speravo quest'anno di poter avere almeno te al mio fianco.. sarebbe stato tutto un pochino più accettabile.. ma forse anche quest'anno sarò "sola"..
Ti chiedo solo (se mai leggerai queste parole) di non sparire. ti prego non sparire anche tu.. troppe persone l'hanno fatto e non voglio succeda di nuovo. non voglio che tu te ne vada.. non anche tu. sei importante per me e non smetterò di ripeterlo. tu fai tanto per tutte noi. grazie per il tuo affetto, grazie di ogni cosa che fai. ma non andartene, ritorna presto.




Con questo post voglio anche ringraziare tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a starmi vicino.. grazie, anche senza di voi non ce la farei..

Un grazie particolare a Folletto del Vento, che c’è sempre; che mi fa riflettere; che mi aiuta in ogni momento; che.. (non trovo nemmeno le parole giuste per descrivere quello che anche tu fai per me!).. non sparire pure tu, mi raccomando!
Ma un grazie anche a Veggie e a Michiamomari, che con i loro commenti tentano sempre di farmi vedere la situazione da un punto di vista diverso (e forse parecchio migliore); che mi ricordano che non bisogna arrendersi, che bisogna sempre lottare..
Ma anche a Little Secret ed iO e Alice.. grazie per la vostra preziosa compagnia..
Ed infine un grazie anche a tutte le persone che non ho nominato, ma che mi stanno vicino..
Questo grazie speciale ve lo meritate, perché senza di voi non so cosa farei..
Un abbraccio a tutti voi
la vostra oggi parecchio “fusa” Frammento Di Cristallo

p.s. ho scritto in una maniera orribile oggi, perdonatemi..

mercoledì 17 febbraio 2010

Non ce la faccio

Non ce la faccio.. non ce la faccio a sopportare tutto questo.
È.. è possibile che la vita sia solo questo? Dolore e ingiustizia.. null’altro?
È giusto? È normale?
È vita questa? No, non credo.. e se lo fosse, non capisco cosa possa spingerci a continuare ad andare avanti.
È solo un altro gioco, in cui la regola principale è FINGERE.. fingo di stare bene, di sapere quello che sto facendo, di riuscire a vivere.. quando quello che faccio è solamente sopravvivere, adattandomi all’ambiente e alle situazioni, cercando di non essere ferita più di quanto già non lo sia.
E continuo a sbagliare, a non essere all’altezza di nulla.
Sbaglio con me, sbaglio con gli altri, sbaglio con mia sorella..
Quando la guardo e mi accorgo di tutte le cose che non sto facendo.. quando la guardo e mi accorgo che è piccola.. quando la guardo e mi accorgo di non essere abbastanza.. mi sento una
stupida incapace.
Perché per quanto io possa desiderarlo, non sono altro che una sciocca ragazzina, non una madre. E non lo sarò mai, almeno non per ora..
A volte vorrei essere di più per lei, ma non ci riesco. Non riesco ad essere quella che dovrei. Non sono niente, sono incapace e fingo, fingo che quel che faccio possa farle del bene.

E Dio dov’è? Sono stata educata alla fede Cristiana, ma come tutti i bambini, credevo in Dio solo perché mi chiedevano di farlo. Avevo bisogno di una prova per poterci credere fermamente. Ho preso gli anni di malattia di mia madre come possibile “prova” del fatto che Lui esistesse. Ho pregato, tanto. Inizialmente perché il tutto non fosse nulla di grave; poi perché la facesse stare meglio; in seguito perché la facesse tornare presto, quando non era a casa; alla fine perché la facesse guarire.
Pregavo, pregavo e speravo che mi ascoltasse. Pensavo:

“Se Dio era stato capace di strappare Gesù dalla tomba, perché non avrebbe potuto salvare anche lei?”
(“Il regalo di Hannah” M. Housden)


Mi sono spesso domandata cosa lei avesse fatto di male, cosa noi avessimo fatto per meritarci tutta questa sofferenza. Nessuno si merita simile dolore, nessuno, ma c’erano volte in cui mi chiedevo perché tra tutta la gente “cattiva” e falsa, fosse capitato proprio a noi.
Quando mi sono sentita rispondere una volta “Dio ti sta mettendo alla prova”, quasi volevo urlare.. c’era bisogno di far morire qualcuno per mettermi alla prova?! E se proprio voleva vedere se ero abbastanza forte da sopportare queste cose, poteva benissimo smettere, perché mi ero già arresa, perché io NON riuscivo a sopportare tutto ciò, per cui poteva benissimo finirla con quella storia.
In altri momenti pensavo che a me non interessava, che poteva benissimo prendere me, se proprio aveva deciso di far morire qualcuno. Perché io servivo sicuramente meno rispetto a lei, io ero solamente una figlia e una sorella, lei una moglie e una madre. Era di gran lunga più importante di me. E poi non mi sarebbe per niente pesato, se solo avessi potuto salvare la sua di vita.
Mi dicevano “Dio non interferisce per non ostacolare l’uomo e le sue decisioni, perché altrimenti non potremmo essere liberi”. Ok, questo vale per le guerre, che nascono per l’ignoranza e la bestialità dell’uomo, ma nessuno ha deciso di scatenare un terremoto ad Haiti o a L’Aquila, nessuno ha deciso di morire di tumore, leucemia, infarto o chissà che cosa! L’uomo in queste decisioni non c’entra niente. Quindi se esistesse, potrebbe benissimo intervenire per non far accadere queste cose, no? E non è stufo di vedere soffrire così tante persone innocenti? Non è stufo di provocare così tanto dolore o di non poter fare niente? Io non capisco. Sono alla ricerca di risposte e spero di trovarle. Onestamente non so più a cosa credere.

“Ho pregato anch’io, mamma, ma come può Dio aspettarsi che crediamo in lui se fa morire Hannah? Lo odierò se lo fa.”
(sempre “Il regalo di Hannah”)


Ora vi lascio, non riesco più a scrivere altro..
Vi dico soltanto grazie, grazie che mi state accanto e mi tirate sempre su il morale.


p.s. per l’anonimo che ha lasciato alcuni commenti negli ultimi due post.. ti ringrazio molto, ma mi farebbe piacere scoprire anche solo l’iniziale del tuo nome, per avere almeno una letterina a cui rivolgermi nel caso in cui volessi lasciarti una risposta. Se non vuoi farlo fa niente, i tuoi commenti mi fanno piacere lo stesso.


p.s. 2 : Evaluna dove sei finita?!?!

domenica 14 febbraio 2010

giorno di ramanzine.. (o rOmanzine?)

Ciao..
È un periodo un po’ così, per cui non mi va molto di scrivere.. è difficile, sapete?
Più che altro è difficile convincermi che presto le cose miglioreranno, che devo pazientare, che non sarà sempre tutto così nero. Ogni giornata mi sembra uguale a quella precedente e a quella precedente ancora.. cioè, magari succedono cose diverse, ma alla fine non provo nulla di diverso.. sempre questa sensazione di smarrimento e vuoto, di incapacità, di tristezza.. nulla di positivo..
E a quanto pare si vede anche parecchio dall’esterno..
oggi sono andata a casa di una mia amica (J.) perché mi dovevo tagliare i capelli (un regalo anticipato di 10 giorni per il mio compleanno).. conosco molto bene sua madre perché quando J. è stata ricoverata in una struttura di ricerca di psichiatria infantile lo scorso anno, io non l’ho mai lasciata sola, andavo una o due volte a trovarla. Per quanto mi riusciva cercavo di tenerle compagnia e di farla parlare e sfogare ogni volta che potevo. E i suoi genitori me ne sono riconoscenti.. loro già mi conoscevano perché J. gli aveva già raccontato la mia storia (avevamo gli incontri con le psicologhe lo stesso giorno e nella stessa struttura).. sanno che tutta questa storia di J. non mi ha per niente aiutato a stare un po’ meglio, ma capivano che starle lontana e saperla senza compagnia mi faceva stare ancora peggio, per cui non mi impedivano di incontrarla. Però non volevano che mi sobbarcassi altro stress, per cui mi ricattavano continuamente.. ^^ praticamente dicevano che mi avrebbero proibito di vederla se non avessi cominciato a mangiare un po’ di più.. poi è arrivata l’estate, io sono stata obbligata a mettere su un bel po’ di kg e loro hanno smesso di lamentarsi, dicevano che così ero bellissima.. comunque ho avuto modo di conoscere bene sua madre e lei di conoscere me.. inoltre ora che J. è stata mandata in una sorta di comunità e ritorna a casa ogni 15 giorni, io sono sempre lì da loro.. ormai sono diventata una di famiglia e L. (la madre di J.) ci tiene tanto a me.. (per gli esami del sangue che ho fatto si è addirittura fatta passare per mia zia!)
oggi appena arrivata mi ha chiesto come stavo.. io non ho risposto.. mi ha chiesto se ero triste o stavo bene.. e io ancora zitta.. mi ha chiesto se, nel caso in cui ci fosse stato qualcosa che non andava, glielo avrei detto.. silenzio assoluto.. allora ha detto che ultimamente mi ha vista ancora più silenziosa, triste e chiusa del solito. E che ha notato che sono dimagrita ancora tanto.. mi ha chiesto se mangiavo e io ho risposto di sì.. lei ha detto che non mi credeva, che ero tornata nuovamente tanto, troppo magra. Poi è arrivata la parrucchiera e anche lì altro riferimento a me e alla mia “magrezza”..
P: ha dei capelli molto belli e sottili,ma sono anche molto deboli..
Mamma di J: “è per una cattiva alimentazione, vero?”
P: “sì, ma può essere anche per troppo stress.. troppo studio.. e poi, a vederla così, non è tanto una cattiva alimentazione, quanto il fatto che mangia poco..”
E poi, durante il pranzo, è uscito anche il fatto che sono una ragazza troppo posata e seria… che il mio atteggiamento verso la scuola e lo studio è troppo estremo.. che mi butto sullo studio per trovare una valvola di sfogo, e non va bene. Perché non deve diventare un eccesso o un’ossessione, perché rischio di ammalarmi. Mi hanno detto che non è la fine del mondo se non si è sempre la migliore, che anche se prendo dei voti inferiori al solito non deve essere un problema..
Ma io cosa devo pensare? Da una parte loro mi dicono che non è importante, che mi sto consumando a furia di fare così.. e dall’altra papà mi dice che devo essere la migliore, che a essere mediocri non si va da nessuna parte. La mamma di J. ha ribattuto che ora è arrivato il momento di far valere la mia opinione e di parlare chiaro a papà.. perché devo fargli capire che non posso sempre essere quello che lui pretende, che mi deve accettare per quella che sono.. dice che per quel poco che lo conosce ha capito che è un uomo orgoglioso, che difficilmente accetta che qualcuno si intrometta nel suo lavoro e quindi capisce che è duro farlo riflettere..
Mi ha chiesto quando fosse stata l’ultima volta in cui mi aveva detto “ti voglio bene”, o l’ultima volta in cui mi aveva abbracciata.. quando ha visto che non rispondevo ha detto: “da tanto, vero?” e io intanto pensavo “non l’ha proprio mai fatto”.. mi ha riferito che lei gliel’aveva chiesto e la sua risposta era stata che noi non siamo abituate a queste cose, che crede che io non ne abbia bisogno.
Poi vabbe’, il discorso è continuato ancora per un bel po’ e sono state molte le volte in cui le lacrime mi son salite agli occhi (lei l’avrà sicuramente notato), ma rimanevano intrappolate lì, non scendevano.. avevo così voglia di piangere.. però lì davanti a lei non riuscivo..
Alla fine mi ha detto che non vuole vedermi così giù, che devo cominciare a reagire e ad affrontare prima di tutto mio padre. Mi ha detto: “ne ho già quasi persa una, non ho voglia di perdere anche te.. riguardati”
Questa frase mi ha fatto piacere.. mi fa piacere che qualcuno tenga a me. Non è vero che non ho bisogno delle varie dimostrazioni d’affetto.. la cosa che più vorrei è che qualcuno mi abbracciasse, mi offrisse una spalla su cui piangere e una mano per tirarmi su.. vorrei che qualcuno mi dimostrasse che sono importante e che mi vuole bene.. sarà anche che non sono abituata e quindi sarei in imbarazzo, ma mi farebbe tanto piacere.

“mi abbracci?” chiese, la voce era un sussurro. “vuoi?”
Lo feci. Tra le squallide pareti di un bagno la raggiunsi e la strinsi.
(“Una di loro” T. L. Hayden)

p.s. 1: perdonate la lunghezza di questo post.
p.s. 2: Comunque mi hanno detto che il nuovo taglio di capelli mi sta bene, che mi valorizza di più.. ma ora ho i capelli stirati, chissà come vengono con i miei capelli mossi! Con questa pettinatura assomiglio ancora di più a mia madre..

giovedì 11 febbraio 2010

Oops

10.02.2010
Ieri notte papà mi ha beccata sveglia.. l’avevo salutato da un pezzo, ma non avevo sonno, così mi sono messa a scrivere a computer.. ma papà non so come ha fatto, avrà sentito qualcosa, ha aperto la porta e mi ha trovata a computer.. si è arrabbiato e mi ha detto: “spegni immediatamente! Prima o poi te lo ritiro quel coso! Ah, e noi domani facciamo due paroline..”
Non so come mai, quando mi sono messa sotto le coperte e ho spento la luce, mi veniva così tanta voglia di piangere! Ma non ci sono riuscita.. così dopo un po’ ho riacceso la luce e mi sono messa a leggere. Però avrei preferito piangere e sfogarmi, ora mi sento ancora “appiccicata” quella tristezza di ieri e non riesco proprio a togliermela di dosso.
Poi oggi per una sciocchezza ho iniziato a ridere come una scema e, subito dopo, mi sono ritrovata a piangere.. però ho dovuto fermarmi subito, non volevo scoppiare in lacrime davanti alle mie compagne di classe. Anche perché intuivo che se avessi iniziato, non avrei smesso facilmente.. così ho finto che le lacrime fossero dovute al troppo ridere.. fortunatamente son riuscita a ricompormi, anche perché era un’ora di lezione..
Oggi è andata benino dalla psicologa..
Ero agitatissima (tremavo), ma lei ad un certo punto mi ha detto “forse è solo una mia impressione, ma mi sembra che oggi tu sia un po’ più tranquilla del solito..”
Be’, non ero propriamente tranquilla, ma cercavo di rispondere a quanto chiedeva. È stato “semplice” fino a quando le sue domande riguardavano gli altri, quando poi accennava a me.. silenzio..
Mi chiedeva “come posso aiutarti a parlare?”.. ma io non lo so, so solo che non ce la faccio. Nemmeno a scrivere. Con voi riesco già di più, ma solo perché so che poi non vi posso vedere. Che non posso incontrare i vostri occhi e quindi sapere che voi siete a conoscenza di quel che penso e provo.. si capisce un po’?
Alla fine mi ha detto “ti vedo pensierosa, mi devi dire qualcosa?”.. io le ho risposto di no. Ma intanto pensavo che se solo fossi riuscita, sì, avrei cercato di spiegarle un po’ meglio tutto quanto..
Perché deve essere così difficile?
Comunque oggi ho provato a fare da sola la strada del ritorno (è molto più difficile di quella dell’andata) e.. ci sono riuscita! Io solitamente ho un senso dell’orientamento pari o addirittura inferiore allo zero! E poi mi dimentico sempre le strade.. invece oggi ce l’ho fatta.. non è che qualcuno mi ha dato una mano e mi ha indicato la strada giusta? Se così fosse lo ringrazierei tanto!
Comunque oggi ho avuto alcuni risultati degli esami del sangue. A quanto pare non si tratta di reumatismi (e allora cos’è?).. però ho qualche valore sballato (per quanto riguarda linfociti e altri nomi impossibili da ricordare).. l’altro risultato arriverà verso venerdì o sabato, per cui andrò vene o lunedì dal medico che mi dirà cosa fare.. bah.. vabbè..
Ora vado a studiare..
Ciao a tutti

11.02.2010
Questo post dovevo pubblicarlo ieri, ma internet non andava. E anche ora fa i capricci.. comunque.. ieri sera papà mi ha detto che in questi ultimi giorni ha sentito che rimanevo alzata fino a tardi.. che i primi giorni ha fatto finta di non sapere niente, però ora si era scocciato.. perché non è possibile che io riesca a rimanere in piedi dormendo solo tre ore a notte, che a lungo andare logora ecc.. se solo sapesse da quanto questa storia va avanti! Eppure ancora rimango in piedi, è una cosa che stupisce non poco, ma, anche se sono stanchissima, il mio corpo non accenna minimamente a cedere.
Avevo la possibilità di dirgli che soffro da più di due anni di insonnia, ma non ci sono riuscita. Non voglio, mi spaventa troppo.. nonono, non voglio che lui lo sappia.
E poi mi ha detto una cosa tipo di non farmi influenzare dalla tecnologia, perché noi non dobbiamo dipendere da queste cose.. certo, come se fosse il computer ad obbligarmi la sera ad usarlo! Ma cosa stava dicendo? Io semplicemente la notte non ho voglia di pensare, così passo il tempo a scrivere o a leggere, fino a quando inizio a sentire che il mio cervello sta scivolando finalmente nel tanto desiderato torpore che precede il sonno..Così, mi ha fatto capire che lui proprio non pensa minimamente che questo sia un problema, ma qualcosa voluto da me. Non ci crederà mai che io NON RIESCO a dormire..

lunedì 8 febbraio 2010

31 mesi

Ho un’incredibile voglia di dormire. Spegnere per un bel po’ il cervello e non ascoltarlo più. Chiudere gli occhi e vedere solo il buio, nient’altro. E abbandonarmi ad un sonno tranquillo, ma, soprattutto, ristoratore.
Ho sonno. Sono stanca.
Svegliarmi la mattina è ogni volta una lotta. E addormentarmi la notte è altrettanto faticoso ed estenuante. Uffa. Non ce la faccio quasi più.
Il problema è che poi divento nervosa e non mi va di stare con gli altri. Perché è più difficile recitare e qualche volta dalla stanchezza mi viene voglia di strappare via quella maschera che tutte le mattine mi calo sul volto. E non voglio correre questo rischio.
E mi isolo, perché ho bisogno di riflettere, di tranquillizzarmi, di riprendere il “controllo” delle mie emozioni. Ma gli altri si avvicinano, ridono, parlano.. e mi soffocano con tutte quelle parole, spesso inutili e false. Vorrei gridare “basta! Ma non vedete che sto male e ho bisogno di stare sola? Perché non mi lasciate in pace?”…

2 anni e 7 mesi... ---> 31 mesi ---> troppi giorni..



La mano ancora non è guarita. Sì, è migliorata dopo 4 settimane, ma non abbastanza da riuscire a piegare le dita. Oggi siamo andati nuovamente dalla mia dottoressa. Mi ha fatto l’impegnativa per andare a fare degli esami del sangue perché, a quanto pare, non sembra più essere tendinite, ma qualcosa che ha a che fare con reumatismi dovuti all’età dello sviluppo ecc. (non ho capito molto bene)..
Speriamo passi presto e non si ripresenti più, perché anche questa è una tortura.
Così domani dovrò andare a fare questi esami e io sono agitata.. e dovrò farne altri, ma in ospedale.. uff.. tutto questo per una mano che, tutto ad un tratto, ha deciso di scioperare e prendersi una vacanza dal faticoso lavoro che gli spetta.
Non mi piace l’ospedale. Mi fa tornare alla memoria troppi pensieri che preferirei rimanessero nascosti..
Però la dottoressa mi ha detto che è meglio fare qualche accertamento.
E mi ha anche “sgridato” perché devo smetterla di coprirmi il volto con la sciarpa.. mi ha detto: “e smettila di nascondere quel tuo bel visino! Togli quella sciarpa da davanti.. e parla, cara, parla. Non troppo se non te la senti, ma fallo! Fa bene!”.. quest’ultima parte, oltre che avermi messo in imbarazzo, mi ha parecchio sorpreso. Perché me l’ha detto? Lei cosa ne sa? Bo.. però è stata dolce.
Spero domani non nevichi, perché mercoledì ho l’incontro con la psicologa. E ne ho bisogno. Non voglio che salti, non resisterei ancora un’altra settimana.
A volte penso sia tutto troppo duro.. Che non ce la faccio e non ce la posso fare. Però ci siete voi, che alleviate un po’ la mia solitudine, anche se siete lontani. Credetemi, fate molto di più di quanto non facciano quelli che sono qui e che mi vedono tutti i giorni.
Un immenso grazie e perdonate il modo in cui ho scritto, ma sono stanca e non molto concentrata..
ciao

venerdì 5 febbraio 2010

Orme..

Nevica. I fiocchi di neve ammantano la terra, la coprono dolcemente, come una fredda coperta che concilia il sonno di chi ci sta sotto.
Tutto assume le tonalità del bianco e del grigio. Il verde sparisce scricchiolando sotto il peso di quei cristalli ghiacciati, i tetti accolgono il bianco senza protestare, gli alberi vacillano sotto il carico della neve.
Tutto è pace. Tutto è quiete.
Ad un tratto si materializza una figurina scura, minuscola in confronto a tutto il resto. Cammina nella neve, a piccoli e cauti balzi: fa attenzione a far combaciare i suoi passi alle orme che già ricoprono il suolo. Sono orme grosse, che si arrogano il diritto di invadere quello spazio, senza nemmeno chiedere il permesso.
Si ferma: le orme sono finite, si interrompono improvvisamente. Attorno a lei una distesa di bianco, immacolata.
Lì ancora nessuno è passato e lei ha timore di rovinare tutto, di inquinare quella bellezza naturale, di spezzare l’incanto di quel che la circonda. Non sa come fare: quanto avrebbe desiderato essere capace di volare! Ma in fondo non era nessuno, come poteva avere un dono così grande? Non era altro che una insignificante creaturina che nulla aveva e nulla avrebbe avuto.

Un abbraccio a tutti e un grazie per l’aiuto e il sostegno che mi date

giovedì 4 febbraio 2010

un incontro

“ciao..”
“ciao! .. come stai?”
“bene..” (la mia solita falsa risposta)
“sì, ti vedo un po’ meglio. Sei forte, sai. Sei veramente una ragazza tanto forte. Te l’ho già detto, mi sembra. È dura, lo so. ma ce la puoi fare. Ci sono momenti brutti, ma arriveranno anche quelli belli. Fatti forza. Tua mamma è sempre con te, è nel tuo cuore. Sei veramente in gamba e coraggiosa. Se hai bisogno io ci sono, vienimi a cercare. Ciao tesoro”
Qualcosa dentro di me si spezza e io cado giù, inesorabilmente.
Dalla mia bocca non esce il minimo suono, ma poi finalmente riesco a dire con un flebile sussurro “ok, grazie, veramente. Ciao”
Mi giro e vado via. La testa chinata per terra, gli occhi umidi, le guance in fiamme, il viso sepolto nella sciarpa.
Alice, sua figlia, le chiede qualcosa, ma io non sento, sono già lontana. Il vento, però, mi porta la risposta della sua mamma: “perché è una ragazza bellissima. È veramente bellissima, sia dentro che fuori!”

Sì, ha ragione: sto meglio. I miei occhi sono meno persi, meno assenti, rispetto a l’anno scorso o due anni fa. Ma in gran parte è solo perché ora riesco a nascondere molto meglio quello che provo.
Ormai la risposta “bene” non è altro che un riflesso spontaneo, come rispondere “4” quando ti chiedono “2 più 2?”.. ma non corrisponde mai alla realtà.
Non la conosco benissimo. Ci siamo conosciute 4 anni fa, durante una festa. Io ho giocato tutto il tempo con Alice (aveva uno o due anni) e lei si è mostrata riconoscente e mi diceva che ero tanto dolce.. da quel giorno se ci incontravamo per strada, mi salutava sempre, chiamandomi “bellissima” o “cara”.. mi sembrava così inconsueto, dopotutto c’eravamo viste solo una volta! Ma mi faceva comunque tanto piacere.
Capì ben presto perché i miei occhi erano tanto tristi.. Forse c’era anche lei quel giorno, tra tutta quella gente. Anzi, quasi certamente, visto le sue parole.
Non sono d’accordo con la sua ultima frase, quella rivolta ad Alice. Né sul fatto che sono forte.

Un vuoto incolmabile.. sofferenza.. dolore..

martedì 2 febbraio 2010

Brasile!


Come ho già anticipato ieri, appena sarò abbastanza grande da riuscire ad avere il consenso di papà, ma abbastanza piccola da non dover passare l’estate a studiare, ho intenzione di partire e stare un mese (o anche più) a Belo Horizonte, in Brasile. Il motivo? Semplice: i bambini.
Belo Horizonte è una favela (forse la più grande), anche conosciuta con il termine “bidonville”; perciò lì la gente vive in condizione di estrema miseria.
I padri sono pressoché assenti, spesso sono in galera oppure lavorano; le madri, invece, stanno con i figli giusto il tempo necessario per far loro imparare a camminare e gestirsi da sé, altrimenti non potrebbero lavorare e, di conseguenza, non avrebbero di che vivere. I bambini, dunque, sono completamente lasciati a se stessi.
Giocano e fanno tutto per strada, l’ambiente forse in assoluto più pericoloso per loro.
Il traffico di droga: ecco qual è la minaccia maggiore per quei bambini. Molto spesso cadono tra le mani di trafficanti, che, con false promesse e minacce, convincono i “niños de rue” a portare la merce da una parte all’altra di vari quartieri. Ma molto spesso capita che questi bambini vengano puniti o addirittura uccisi, perché i conti non tornano o perché tentano di ribellarsi o si rifiutano di collaborare. Bambini vittime di desideri e azioni sporche di quei mostri chiamati uomini.
Il problema maggiore è che, quando si entra in questo ambiente “malsano” non ne si esce più: anche se ci si accorge di stare facendo qualcosa di sbagliato, è troppo tardi, non si può più tornare indietro.
Tutto questo per spiegarvi il motivo per cui Rosetta, una donna (ormai anziana) italiana, qualche anno fa ha deciso di costruire degli asili dove accogliere questi bambini. Se non erro dovrebbero essere 5 asili, di cui uno solo funge anche da casa per quei bambini che sono rimasti senza genitori. Ogni asilo raggruppa bambini in base alle differenti fasce di età e dà loro un posto pulito in cui stare, pasti sicuri, giochi, vestiti, acqua corrente.. ma soprattutto cure, attenzioni e affetto. Queste ultime sono le cose di cui hanno realmente maggiore bisogno. Hanno bisogno di QUALCUNO.
Naturalmente, per rendere possibile tutto ciò e per coprire tutte le spese necessarie, si ricorre alle adozioni a distanza. La nostra scuola ha aderito a questo progetto e ha avviato parecchie adozioni: grazie ai soldi raccolti l’anno scorso tra le classi che hanno voluto dare-fare qualcosa per questi bimbi, siamo riusciti ad adottarne 17. è una cosa bellissima secondo me. E poi in cambio riceviamo notizie, lettere, foto e disegni dei bimbi.. la mia classe ha adottato un bimbo che si chiama Angelo. È bellissimo.. durante il parto ci sono state delle complicazioni e quando è nato aveva la testa sproporzionata rispetto al corpo. Crescendo, però, questo aspetto si è sistemato, ma, prima di entrare nell’asilo di Rosetta, non era capace né di parlare, né di camminare e non riusciva a coordinare i movimenti. Con la lettera che ci hanno mandato ci hanno fatto sapere che ha fatto un sacco di progressi: cammina ed è impossibile fermarlo, parla e canta (anche se ha ancora qualche difficoltà di pronuncia), ha sviluppato una vera e propria passione per la musica, riesce a compiere molti più movimenti ed è il beniamino della classe. Ora sta meglio e ciò è in parte anche merito nostro.
Sono cose che mi fanno sentire bene, che mi riempiono il cuore di gioia. Una sensazione meravigliosa, che provo raramente e che solo il sorriso di un bambino è capace di far nascere.
Vorrei poter fare di più. Vorrei andare lì e contribuire anche io a questi progressi. Vorrei fare compagnia a quei bimbi che ne hanno così bisogno. E sono più che mai determinata a realizzare questo mio desiderio.
Non mi importa quello che dovrò fare per poterlo realizzare. Non mi importa se la lingua è diversa, se dovrò trovarmi un lavoro per guadagnare abbastanza soldi, se il viaggio sarà lunghissimo. Non mi importa. Io voglio farlo. E devo. Per forza. So che se non riuscissi a farlo, rimarrei molto delusa e mi sentirei malissimo. Ma tanto lo farò. Se non sarà a 17 anni, sarà a 18.
Ne ho parlato anche alla mia prof di religione e lei ha detto che se glielo permetterò, sarebbe più che contenta di venirci anche lei. Sarebbe fantastico. Stare con lei e con i bambini. Essere utile. Stupendo. Il mio sogno.

E ora vado a fare la nanna.. sono le due di mattina, ma non ho sonno.
Ma sono serena. Parlare di Angelo ha fatto sparire quella malinconia che mi sono trascinata per tutta la giornata.



p.s. grazie mille per i vostri commenti. mi fanno sempre tanto piacere.. grazie per la vostra compagnia.


lunedì 1 febbraio 2010

Silenzio

A volte mi chiedo chi me lo faccia fare di aprire la bocca e farmi sentire. Sono sempre chiusa nel mio silenzio, ma poi, ogni tanto, mi viene la bella idea di dire la mia; mentre forse farei meglio a rimanermene zitta, limitandomi ad ascoltare.
Ecco l’accaduto: io, D. e E. sul pullman.
D.: io da grande andrò all’estero
E.: all’estero? E dove? In America, vero?! Io ci voglio andare assolutamente!
D.: noo! America, bleah! Ma cosa dici?!
E.: eh, tu, sempre in Spagna! A me non piace la Spagna! Io voglio andare in America!
D.: affari tuoi, io amo la Spagna! È bellissima.
Io: a me invece piacerebbe andare in Brasile, a Belo Horizonte..
D.: e, vabbè, ci vogliono troppe ore! Io quando sono andata a Santo Domingo ci ho messo 13 ore in aereo! C’è..
Io: non mi interessa il tempo, e poi cosa significa? Impieghi troppe ore e allora rimani sempre in Italia?
Non avessi mai parlato! Subito dopo D. ha detto “e vabbè, ma se dovete parlare solo per farmi inca*****, potete farne anche a meno!...” e altre robe del genere.. si è arrabbiata a morte con me, ma a me non sembra di aver detto qualcosa di male, né di avere usato un tono particolare.. ho solo fatto una mia constatazione.. non so.. forse sono io che non lo capisco, ma a voi sembra che l’abbia aggredita o chissà che cos’altro?
Lei mi ha fulminato e non mi ha più rivolto la parola per tutto il giorno. Ha fatto come se non esistessi. Io ero arrabbiata perché è sempre così: lei può dire tutto, mentre se io oso solo aprire bocca e dare un mio parere, si accanisce contro di me.. sempre a fare la vittima!
così, mentre camminavamo verso la nostra scuola, sembravamo due sconosciute: lei davanti con le cuffiette (mi ignorava) e io dietro a fare tutti questi pensieri, ancora una volta solo ed esclusivamente nella mia testa..
La cosa che mi dava più fastidio, è che parlo pochissimo e quando lo faccio sono tutti pronti ad arrabbiarsi e ad interpretare nel modo sbagliato le mie parole.. forse sono io che, non essendo abituata, non sono capace di farmi capire.. ma ripeto, a me non sembra di averlo detto con cattiveria (non era assolutamente mia intenzione), cercavo solo scherzosamente di farle capire che non mi sembrava giusto il suo ragionamento..
alla fine ho sempre avuto ragione: è meglio rimanersene zitti e stop, tanto a cosa serve parlare?
Ok, non son proprio riuscita a trasformare le mie riflessioni in parole.. =) leggendo non si capisce proprio quello che penso.. spero comunque voi riusciate a capire quello che non sono stata in grado di esprimere..
Per gente così non ne vale proprio la pena parlare.. no, per gente che non vuole capire è veramente inutile. Tante parole per niente, alghe microscopiche e nauseabonde sulla superficie del mare.

Non mi piace parlare.. mi limito a rispondere alle domande che mi fanno, tenendo per me l’eccedenza, l’abbondanza, le parole che moltiplico in silenzio per avvicinarmi sempre di più alla verità.
A volte mi trovo a pensare che, non fosse stato per la paura della reazione di papà, avrei smesso di parlare.. be’, non del tutto.. per le interrogazioni o altro no, ma per il resto sì, credo proprio di sì. Sono contenta di non averlo fatto, avrei attirato troppo l’attenzione. È meglio come faccio ora: poche parole, ma quel tanto che basta per far sembrare agli altri che va tutto bene.
A volte bisogna mostrarsi per potersi nascondere..

p.s. spero la prossima volta di riuscire a spiegarvi come mai voglio andare in Brasile..
nell’interrogazione di biologia ho preso 9-! Il meno è per l’insicurezza -.-‘
Sono contenta. Ce l’ho fatta! =)