martedì 30 marzo 2010

Temporale

Acqua, vento, tuoni, lampi..
I muri tremano e con loro anche il suo esile corpicino..
Guarda fuori dalla finestra, il cielo ha uno strano colore: un grigiastro tendente al verde, che ogni tanto si illumina di accecanti flash.
..1..2..3..4.. quattro secondi tra un lampo e un altro. Riesce a distinguere i fulmini che squarciano il cielo, eppure non devono essere tanto vicini: non si sentono i rombi minacciosi dei tuoni, solo un borbottio cupo e incessante in lontananza.
Il vento scuote rabbioso gli alberi e, in preda all’ira, scaglia contro il vetro le gocce d’acqua come fossero pietre aguzze e taglienti..
Le tenebre sono calate tutto d’un tratto, come se qualcuno avesse gettato un panno scuro sopra quell’enorme lampada chiamata Sole.
“Dove sei? Dove sei?” pensa, ma vorrebbe gridarlo.. però sa che sarebbe stato inutile: nessuno l’avrebbe sentito.. nessuno gli avrebbe risposto..
È tardi, e lei ancora non è rientrata.. il sentiero è deserto.
“Lo sa che ho paura dei temporali! Perché mi lascia solo? Perché non torna?” sussurra con la voce impastata di lacrime.
Salta la luce, il suo cuore inizia a battere all’impazzata e la piccola stanza piomba nell’oscurità.. o quasi: un morbido chiarore proveniente dalla candela che stringe tra le manine, illumina i suoi occhi di bimbo pieni di inquietudine e terrore..



Non è un granché, ma è quello che mi è uscito, così, di getto.. un saluto e che questa tempesta possa finire presto per tutti..

domenica 28 marzo 2010

Gita a Firenze

Scusate per ieri.. ora sto meglio, soprattutto grazie ad un “aiuto esterno”..
Ora finalmente pubblico il post che ieri avevo cominciato e che oggi ho finito..

perdonate la lunghezza..

Tornata!
Ma vorrei essere ancora lì.. Firenze è stupenda! Mi chiedo se i fiorentini si rendano conto della bellezza della città in cui vivono..
Abbiamo camminato un sacco entrambe i giorni, ma ne è valsa la pena..

Giovedì:
dopo 5 ore di viaggio siamo finalmente entrati a Firenze: un sacco di alberi e fiori già sbocciati (da noi non sono così avanti!), ma soprattutto un sole splendente che ci ha accolti con calore..
prima tappa, Piazzale Michelangelo: una vista stupenda su tutta la città. Ovunque girassi lo sguardo c’erano case, monumenti, boschi.. tutto piccolo e distante, ma estremamente nitido (forse grazie anche al sole).
Poi siamo saliti a San… non mi ricordo.. -.-‘ e dopo parecchi gradini (li avevo contati, ma non ricordo più quanti fossero..) siamo entrati in una chiesa, anch’essa molto bella.. una volta usciti le ragazze dell’altra classe (quasi tutte smorfiosette con la puzza sotto il naso, viziate e sciocche) hanno iniziato a lamentarsi per la stanchezza e per la fame.. così il pullman ci ha portati in centro e abbiamo pranzato sotto il Duomo..
È stato carino anche quel momento perché l’altra classe e i prof si sono divisi da noi (che avevamo portato i panini) e abbiam mangiato per terra. C’era chi urlava, chi rincorreva i piccioni, chi tirava briciole di pane per farli allontanare (tanto tornavano subito dopo!), chi rideva e chi, nel calore del sole, si limitava a guardare e osservare..
Finito di mangiare io e due mie amiche siamo andate un po’ in giro.. e lì è iniziata l’unica parte brutta di questi giorni..
C’era troppa gente per i miei gusti, veramente troppa. Così ho iniziato ad osservare le persone che mi circondavano, quasi a volerle tenere lontane con lo sguardo. Ma facendo questo è stato inevitabile fare confronti, sentirsi sbagliata, fuori posto.. e ad ogni vetrina il mio riflesso, così odiato certe volte e così temuto..
inadeguata, non abbastanza, orribile fisicamente.. mi sentivo malissimo, scoperta, sotto la vista di tutti, sotto il loro giudizio (irrimediabilmente negativo).. volevo nascondermi, allontanarmi da tutte quelle persone che ogni volta mi urtavano, mi sfioravano.. ma non mi era possibile, ovunque mi girassi c’era gente. Mi dava fastidio tutto quel contatto fisico..
Le prof ormai ci avevano raggiunte. Parlavano, raccontavano, ma nulla si fermava nella mia mente.. non riuscivo a capire quello che stavano spiegando.
Annuivo quando lo facevano gli altri..
Distoglievo lo sguardo se le prof si giravano verso di me, per non far loro percepire la mia confusione..
Guardavo dove mi veniva indicato.. il Duomo, il Palazzo signorile, il Battistero.. li guardavo ma non li vedevo realmente..
non so cosa mi fosse preso, tutti quei pensieri mi offuscavano la mente e non riuscivo a tranquillizzarmi.. per fortuna dopo una mezz’oretta ci hanno finalmente fatto entrare nel campanile di Giotto.. e da lì tutto si è sistemato.. è stato bellissimo! Certo, un sacco di scale (414 gradini per la precisione, esclusi i 10 che precedevano quelli in pietra), ma, ad ogni livello raggiunto, la nostra fatica veniva ripagata dallo splendido panorama che potevamo osservare da quell’altezza.. e poi quel venticello che ci teneva compagnia!
E, arrivati in cima.. ero felice.. per davvero.

E forse è questa la felicità: non un sogno, non una promessa, solo un istante.

Dopo essere scesi siamo andati al Ponte Vecchio e anche lì tanta gente, ma è andato tutto bene, la mia testa era ancora in cima al campanile..
Dopo tutti questi giri, il pullman è passato a prenderci e ci ha portati in hotel.
Richiesta della data di nascita (chissà come mai..), altre tre rampe di scale (questa volta con le valigie) e.. finalmente in camera!
Ma, dopo un po’ di baccano, giochi e scherzi con i telefoni delle camere (meno male che abbiamo 16 anni!), il buio si era già impossessato di Firenze; e la stanchezza di noi.. l’entusiasmo si è un po’ smorzato ed ognuno è tornato a dedicarsi alla propria valigia oppure a lavarsi e cambiarsi..
Ma per me le “cose belle” non erano ancora finite per quel giorno.. ho, infatti, incontrato una persona che abita lì e.. be’, ne sono stata felicissima! Ero tanto agitata, non sono stata capace di stare ferma un attimo, ma non riuscivo a non sorridere. Il nostro incontro è durato 20 minuti, ma abbastanza per farmi agitare, per farmi riempire di una sensazione strana ma veramente tanto piacevole, per farmi sorridere ogni qualvolta ritornassi col pensiero a quegli istanti.. non ringrazierò mai abbastanza quella persona per il regalo che mi ha fatto (non solo metaforicamente)..
E poi cena.. io dall’agitazione (ero tutta rossa!) non sono riuscita a mangiare, ma, una volta tornate in camera, ognuno ha fatto uscire dai propri zaini sacchetti di caramelle di ogni tipo..
Verso mezzanotte alcune di noi si sono rifugiate nelle rispettive camere e si sono messe a dormire, io sono andata a farmi la doccia e altre sono rimaste in piedi a mangiare e scherzare fino alle due (io poi le ho raggiunte con i capelli gocciolanti). Dopo che delle 6 rimaste in piedi, tre (ormai esauste) si sono abbandonate al sonno, siamo andate a letto anche noi.. però io sono rimasta sveglia fino alle 4 e mezza (la sveglia era alle 6:45).

Venerdì:
Finita colazione e preparate le valigie, abbiamo salutato il nostro albergo e abbiamo ripreso le nostre camminate.. il morale non era molto alto, soprattutto perché si era dormito poco, ma anche perché il cielo era nuvoloso e minacciava di piovere da un momento all’altro.. così ci siamo trascinati pesantemente a San Marco, all’Ospedale degli Innocenti, all’Accademia delle Belle Arti e agli Uffizi (gli ultimi tre li abbiamo visti solo dall’esterno).. poi siamo tornati in centro per pranzare, ma io non stavo bene, avevo una nausea incredibile (forse perché per me era troppo presto per mangiare), così ho guardato gli altri e, più tardi, ho ceduto alle richieste delle mie compagne accettando di mangiato un gelato.
Poi ci siamo incamminati verso Palazzo Pitti e i giardini di Boboli..
Forse il posto stupendo, così ampio e con così tanto verde, o forse il sole, che era tornato ad illuminare il nostro cammino, mi hanno riempito di nuova energia e serenità..
Le prof ci hanno lasciati liberi di andare dove volevamo, a patto che ci trovassimo tutti all’entrata dei Giardini dopo un’ora e mezza.
Due mie amiche mi hanno dato il privilegio di portarle dove volevo, di far loro strada.. il che è un rischio, data la mia scarsa capacità di orientamento!
inizialmente abbiamo seguito qualche indicazione, ma dopo un po’ abbiamo imboccato sentierini a caso, quelli che più si inoltravano nel verde..
anche lì è stato stupendo.. io mi sono come “risvegliata” dall’apatia che aveva riempito le giornate degli ultimi quasi 5 anni.. avevo finalmente voglia di fare qualcosa per il semplice gusto di farlo, per poter sentire il piacere, per sentirmi felice e parte di qualcosa.. sì, in quel momento mi sentivo parte della natura.. mi sentivo di nuovo bambina, mi sembrava di essere tornata piccola.. ma non quel “piccola” che significa fragilità e ingenuità, bensì curiosità, innocenza, purezza e capacità di stupirsi..
il tempo però è passato in fretta e presto siamo dovute ritornare dagli altri.. fortunatamente siamo riuscite a trovare il modo per tornare indietro, ma non ci preoccupavamo molto.. nel peggiore dei casi saremmo rimaste chiuse lì fino alla mattina dopo, il che non ci sarebbe dispiaciuto affatto..
ma la strada l’abbiamo ritrovata, e tutti ci siamo incamminati verso il luogo in cui il pullman ci stava aspettando per tornare a casa..
e così la nostra gita è terminata.. dopo 5 ore di viaggio siamo arrivati a destinazione e ognuno è ritornato a casa..
mi piacerebbe poter tornare ancora a Firenze e, possibilmente, rimanerci un po’ più a lungo..
ora vi lascio perché questo post è lunghissimo.. spero di potervi presto fare vedere qualche foto, ma purtroppo le ho fatte con la macchina fotografica di una mia amica, per cui ci vorrà tempo..

sabato 27 marzo 2010

Tornata..

Sono tornata..
Forse vi aspetterete un resoconto di questi due giorni, ma non lo farò oggi, perdonatemi. In parte è già scritto, ma un pezzo manca ancora, perché questo pomeriggio mentre stavo scrivendo mi sono addormentata.. ero (e sono) veramente stanca. Dopo dieci minuti, però, è arrivata a casa mia sorella e mi ha svegliata. Allora ho spento il computer pensando di riposare un po’ e poi continuare a scrivere più tardi, ma non sono riuscita a dormire. Allora mi sono messa a leggere per distrarmi un po’ e per conciliare il sonno, ma.. non so perché.. improvvisamente mi sono sentita tristissima.. di nuovo male..
Questi giorni sono stati veramente belli e, come speravo, la lontananza mi ha fatto bene. Ho visitato posti stupendi, che mi hanno fatto sentire finalmente meglio, libera. C’è stato anche un breve momento no, ma è passato quasi subito. Per il resto sono stati due giorni quasi spensierati..
Per questo motivo speravo di poter rimanere qualche giorno con il ricordo di queste belle sensazioni, oppure anche solo che la situazione migliorasse rispetto a prima.. ma non è stato così.. di nuovo a piangere per nulla, a stare male..
Uffa.. spero domani di riuscire a pubblicare il post che avevo cominciato oggi, magari insieme a qualche foto..

mercoledì 24 marzo 2010

Firenze

Ciao.. rieccomi dopo qualche giorno di assenza.. perdonatemi, ma non potevo connettermi ad internet..
Sono stati giorni pesanti: per la scuola, per come mi sentivo, per la situazione a casa, per la notte, per la solitudine..
Sì, mi sentivo molto sola senza di voi.. ma per fortuna sono riuscita a rimanere in contatto via sms con qualcuno di voi e, quando scrivevo, mi sentivo meno persa, meno abbandonata..
Lunedì ho avuto l’incontro con la psicologa, è andato meglio dell’altra volta, ma non ho parlato molto comunque..
Poi martedì è stato l’ultimo giorno di lezione con il nostro prof di latino (era un supplente).. eravamo tutti dispiaciuti e alcuni piangevano addirittura.. io compresa..
non pensavo, non me l’aspettavo che avrei pianto anche io..
solo che vedere tutti in lacrime, lui che apriva il nostro regalo, che ci dava l’ultimo saluto e che poi se ne usciva dalla classe.. mi ha fatto stare malissimo.. e mi ha fatto ricordare l’ultima lezione con la prof di religione, a cui ero veramente tanto affezionata..
E, in più, lo stesso giorno la notizia che Dony e My name is.. avevano deciso di chiudere il blog.. un altro colpo profondo e dolorosissimo.. e anche lì tante lacrime versate..
E io, solitamente così brava a nascondere il mio dolore, non riuscivo a far molto per mascherare la tristezza.. a quanto pare era molto evidente..
due ragazze del mio paese lungo quasi tutto il tragitto verso casa, continuavano a chiedermi cosa avessi, cosa fosse successo. Lo stesso a casa, con mia sorella.. continuava a domandarmi perché fossi triste e io negavo tutto.
E a pranzo il cibo scartato, nuovamente.. la paura di scoppiare a piangere improvvisamente.. e di dover dare spiegazioni.
Odio gli addii.. non riesco a sopportare il fatto che una persona possa entrare nella tua vita, aiutarti, riempirti, accompagnarti.. e poi possa uscire nello stesso modo silenzioso con cui è entrato, lasciando dietro di sé cicatrici, ferite sanate, ma altrettante nuove e pulsanti..
Fa male, tanto male..

Ora vi devo lasciare, perché devo andarmi a fare la doccia, visto che poi devo andare a casa di una mia amica a dormire. Domani la partenza dalla stazione è alle sette meno venti e mio padre non riuscirebbe ad accompagnarmi, perciò per questa notte mi ospita una mia compagna di classe che abita lì vicino.
E poi partenza per Firenze! Spero possa andare bene, spero di potermi distrarre.. spero che lontano da qui vada un po’ meglio..
Venerdì se non sarò troppo distrutta dalle 4 ore minimo di viaggio, vi scriverò, vi racconterò qualcosa.
Ciaociao
Grazie di tutto

sabato 20 marzo 2010

Stufa..

Finalmente a casa da scuola! Sono stanchissima!
Giornata pesante e interminabile, non ce la facevo più.. ma anche oggi è finita, per fortuna.
Ho tantissima voglia di staccare un po’, veramente! Presto inizieranno le vacanze e io le sto aspettando con impazienza! Undici giorni senza scuola: mi sembra un miraggio!
In più il 25 e il 26 andrò in gita a Firenze.. sono contenta di questo, soprattutto perché significa stare lontana da casa.. ed è la cosa di cui penso di aver più bisogno ora.. anche se sono solo due giorni.. ma mi bastano. Certo, mi dispiace non sentirvi per un po’, ma.. ho veramente bisogno di allontanarmi un po’ da qui.. mi sento soffocare, schiacciare..
Le cose a casa non vanno molto bene.. né con papà né con mia sorella che, quando può, si mette contro di me e si inventa cavolate per farmi sgridare..
Cerco di impegnarmi ma, alla fine, sono sempre quella che non fa nulla di buono; che, dove si infila, fa solo disastri; che deve fare qualcosa e si dimentica..
In poche parole creo problemi dappertutto..
Ogni volta che mi si parla è solo per criticarmi o sminuire il mio lavoro..
Almeno prima con la scuola andavo bene, ora nemmeno quello..
.. insomma sono solo un peso.. una zavorra che bisogna portarsi appresso, solo perché c’è anche quella, non perché contenga qualcosa di utile..
Dove sono quei raggi di flebile luce che prima riuscivo a scorgere? Dove?
Oppure sono io che mi ostino a camminare ad occhi chiusi?
Cosa devo fare? Non lo so più..
Vorrei solo far capire agli altri che NON CE LA FACCIO.. ma allo stesso tempo non voglio e faccio finta di essere capace di sopportare anche questo, e indosso le mie solite maschere..
Ora smetto, non ho voglia di continuare a lamentarmi =)
E sicuramente voi ne avrete ancora meno di leggere i miei lamenti!
Vi saluto e vi ringrazio per tutto..

giovedì 18 marzo 2010

Assurdo..

Grazie mille per i vostri commenti..
La verifica di storia, alla fine era andata meglio del previsto, nonostante avessi studiato poco..
Comunque oggi ce le ha restituite e ho preso 7 con due meno! Cavolo, prima di farla pensavo che avrei preso 3, invece! Bene.
Per quanto riguarda ieri e l’incontro con la psicologa.. non è andato per niente bene.. non ho praticamente aperto bocca.. ogni tanto (se mi ripeteva parecchie volte una domanda) facevo sì o no con la testa.. non riuscivo proprio a parlare..
Il prossimo mercoledì ci vado ancora.. spero possa andare meglio..
Mi dispiace per la mia psicologa, che dice di essere preoccupata per me e io nemmeno parlo..
La scorsa notte ero agitatissima! Pensate che mi sono svegliata alle 3:24 e io ero convintissima fossero le 6 e mezza e quindi ero in ritardo per andare a scuola.. ero talmente rimbambita che anche se ho letto sul cellulare “3:24” ho pensato che fosse tre ore indietro (per chissà quale strano motivo!).. quindi mi sono vestita e, notando che anche papà non era sveglio, ho bussato in camera sua per svegliarlo..
Inizialmente non ha risposto e ho subito pensato che se ne fosse andato a lavoro senza nemmeno svegliarmi.. poi, però mi è sbucato davanti.. quando mi ha vista non ha detto nulla (forse pensava che fossi sonnambula) e quando gli ho detto che era tardissimo, che eravamo in ritardo, lui mi ha continuato a fissare, si è girato verso la sua sveglia e mi ha detto: “ma se sono le 3 e mezza!”.. io ci sono rimasta malissimo..
Finalmente sono ritornata in camera, mi sono rimessa in pigiama e sono tornata a letto..
È stata una cosa veramente stranissima.. sembravo impazzita.. pensavo che tutti si fossero messi contro di me per non svegliarmi o robe del genere.. ero CERTISSIMA che fossero le 6 e mezza! Assurdo!
Questa mattina poi ero stanchissima! E quando dovevo salutare papà prima che uscisse gli ho detto “buonanotte” invece di “ciao”..
Proprio svampita..

Ora devo andare a studiare.. vi saluto..

lunedì 15 marzo 2010

Dov'è la mia testa?

In questo momento dovrei stare studiando le 40 pagine di storia su cui domani avremo la verifica.. ma non riesco..
È tutta (o quasi) la giornata che ho davanti a me quel libro, aperto sempre alla stessa pagina.. i miei occhi su quelle parole, ma la mente altrove.. a volte in qualche posto preciso, altre semplicemente nel vuoto..
Non riesco a concentrarmi e, a dir la verità, proprio manca la voglia di studiare.. è già da un po’ che provo questa strana sensazione: sono stanca e ho voglia solo di lasciare andare anche la scuola, i miei voti, gli enormi sforzi fatti fino ad adesso.. tuttavia, le altre volte sono sempre riuscita a studiare in un modo o nell’altro.. oggi: zero. Sarà la materia (che io odio), sarà la stanchezza, sarà la nausea (forse dovuta al fatto che ultimamente mi stanno obbligando a mangiare un sacco).. non lo so.. fatto sta che se domani mattina qualcuno non mi spiegherà qualcosina, prenderò un votaccio.. non so niente..
Ricordo vagamente le cose dette in classe.. ma anche lì riuscivo poco a concentrarmi sulle parole della prof.. e poi tanto, come al solito, nella verifica ci metterà cose che ci sono solo sul suo libro e quindi noi non riusciremo a rispondere..
So che non dovrei, ma sto rassegnandomi.. sto abbandonando tutto pian piano..
Spero solo che possa passare presto..

Spero mercoledì di riuscire a parlare.. di riuscire a spiegare un po’ alla psicologa tutte queste cose..
A proposito.. un po’ di giorni fa mi ha chiamato e mi ha detto che aveva pensato un po’.. che mi doveva dire 2 cose, ma preferiva farlo personalmente, non al telefono.. quindi lo scoprirò tra due giorni quello che mi deve dire, ma io sono agitata.. non so proprio di cosa possa trattarsi.. cosa saranno?!?


Anche se ho detto che molto spesso non sarei riuscita a passare (non per mancanza di tempo, bensì di sufficiente lucidità), ho anche detto che io ci sono sempre comunque.. perciò quando riesco cerco entrare in qualche blog e fare sentire la mia presenza..
Se i miei commenti sono corti e “poveri”, perdonatemi..

Un abbraccio

p.s. la mano ha ricominciato a gonfiarsi! Uffi!!

venerdì 12 marzo 2010

poche parole

Solo poche parole..
Mi perdonate se in questi giorni non sono riuscita e non riuscirò a passare da tutti i vostri blog?
e soprattutto se non riuscirò a lasciare commenti?
è un periodo veramente orribile..
comunque, lo so.. sparire non è la cosa giusta.. è solo fuggire dai problemi, rinviarli ad un altro momento.. però è l'unica cosa che riesco a pensare in certi momenti..
"vorrei sparire, non esserci.."
ma riconosco che questa non è la soluzione giusta..
e infatti non lo farò, non sparirò.
Ma rimane il fatto che in questi giorni non sono molto presente.. però ci sono..
grazie per i vostri commenti..
vostra Frammento Di Cristallo

mercoledì 10 marzo 2010

Sparire..

Ancora qui a lamentarmi del mio stato.. sono stufa io, figuriamoci voi.. perdonatemi..
Mi sento altamente inutile.. e incapace..
Vorrei sparire.. tra qualche secondo, ora, subito..

sparire..

eliminarmi..
eliminare i problemi che provoco e che ho provocato..
alleggerire mio padre, che avrebbe qualcosa in meno a cui pensare.. di cui preoccuparsi..
ecco.. questa è una cosa che so fare bene: far preoccupare gli altri. Complimenti..
Non sono stupida (anche se a volte mi sembra di sì), so che non sto facendo nulla per aiutarlo.. io non sono in grado di offrirgli un aiuto valido.. non sono capace di fare niente..

Perdonate questo mio sfogo.. ma sono tanto giù.. grazie per i vostri commenti

lunedì 8 marzo 2010

ho bisogno di.. ?


Sono stanca di guardare sempre e solo verso il basso.. ho voglia di trovare il sole fra tutte quelle nuvole che oscurano i miei giorni.. ho voglia che mi accompagni, che mi guidi verso la luce, verso l’infinito..
Voglia di un po’ di colore in tutto questo nero..
Vago come una piccola bimba cieca ed inesperta: brancolo nel buio, con le mani protese per provare a prevedere i vari ostacoli che potrei incontrare lungo il cammino.. ma mi sono dimenticata di una cosa importante: non sempre gli ostacoli sono grandi ed evidenti; ce ne sono molti piccoli e poco visibili, ma non per questo meno pericolosi, anzi.. sono forse quelli che fanno più male, quelli che ti prendono alla sprovvista e ti feriscono lì dove non c’è protezione..
Un attimo prima sei in piedi e l’attimo dopo ti trovi per terra.. non sai nemmeno come possa essere accaduto, ma sai che, mentre eri impegnata a “vedere” davanti a te, non hai controllato in basso.. ed è proprio lì che vieni colpito a tradimento..
il problema è che, come ogni ferita profonda, anche questa ha bisogno di tempo per guarire, ha bisogno di cure.. ma tempo non ce n’è: il mondo non si ferma ad aspettarti, tutto continua ad andare avanti, imperterrito.. nessuno si cura di vedere se manchi, se sei rimasto indietro e se hai difficoltà.. nessuno..
e come fai a curarti? Non hai né tempo né conoscenze sufficienti per farlo.. da sola non puoi..
così provi a far finta di nulla, vai avanti, continui a camminare.. ma, anche se lo ignori, il dolore non ti lascia mai e ad ogni nuovo colpo la ferita si fa sempre più profonda.. perdi sempre più sangue e con esso le poche speranze rimaste.. a questo punto che fai?

Io non ce la faccio più.. ho bisogno di voi..
Non so spiegarvelo, non riesco a trovare le parole adatte, ma veramente non ce la faccio più.. è difficile sostenere questo peso.. le mie giovani spalle si piegano sotto questo carico immenso..
Mi sento una stupida perché, più che dire queste cose, non riesco a fare nulla.. non riesco ad attivarmi per cambiare la situazione.. e le forze mi stanno abbandonando, non dureranno ancora a lungo..
Ogni tanto mi dico “svegliati S., cavolo, svegliati! Cosa aspetti? Che la soluzione arrivi impacchettata e già pronta per l’uso? Apri gli occhi e credici!”.. eppure non ci riesco.. cerco e ricerco, ma non trovo nessun indizio.. apro gli occhi e quel che vedo è solo buio..
=( solo di una cosa sono certa.. ho bisogno di voi..

p.s. vi piace la foto? L’ho fatta io due estati fa.. al lago di Como.. se notate sullo sfondo si vedono gli alberi maestri delle barche ancorate (tra cui Ariel, la barca su cui siamo stati noi).. era una giornata nuvolosa, con tanto vento.. eppure questo girasole era lì, che brillava in mezzo a tutto quel grigio.
A me piace molto perché lo sfondo è sfocato, ma il girasole è nitido.. ha dei colori così brillanti!

ora vado.. altrimenti papà si arrabbia.. un bacio ad ognuna e... auguri!

giovedì 4 marzo 2010

Elizabeth

(Margaret)
L’ho trovata in camera sua.. Era tanto triste, non parlava, non si muoveva. Ho cercato di attirare la sua attenzione, ma sembrava non vedermi..
Avrei voluto scrollarla con tutte le mie forze, invece sono rimasta di fronte a lei senza dire nulla.. il suo sguardo era vuoto, assente..
“Di’ qualcosa, ti prego!” sussurrai. Lei sollevò finalmente la testa e mi guardò senza parlare.
“Ti fa male tenerti tutto dentro. Dimmi cosa pensi..” silenzio.. “Vuoi che me ne vada via?”
Si passò una mano sul viso. Annuì.
I miei occhi si riempirono di lacrime. “Va bene. Come vuoi tu.”
E la lasciai sola.

(Elizabeth)
Mi sono sempre sentita al di fuori, dovunque fossi.. fuori dall’immagine, dai legami, dalle conversazioni.
Sfasata.. come se fossi stata la sola a sentire rumori o parole che gli altri non percepivano, e sorda alle parole che invece sembrano sentire..
come se fossi stata fuori dalla cornice e mi fosse negato accedere al mondo che vi era dentro.
come se fossi stata dall’altra parte di una vetrata immensa e invisibile, che cercava di ingannarmi mostrando la mia figura riflessa..




(Margaret)
Dopo mezz’ora tornai a cercarla.
Salii in camera.. la porta era ancora chiusa, apparentemente come l’avevo lasciata io.
Bussai chiamandola e, senza aspettare alcuna risposta, entrai nella stanza.
Era vuota. Non c’era più.
Le parole mi morirono sulle labbra. Nel mio cervello se ne formarono altre come una nube scura in una giornata estiva, piena di furia e confusione.
La domanda mi sorse spontanea e rimasi quasi sorpresa nel sentire il suono della mia voce che la formulava:“Tornerà?”
Affranta appoggiai le mani e la testa sul vetro della finestra e iniziai a piangere.
Sentii una fitta di nostalgia per i giorni in cui io e lei eravamo una cosa sola, inseparabili.


(Elizabeth)
Forse sono io che vedo le cose storte anche dove sono diritte. A volte però sono storte davvero.
Mi sono resa conto di quanto poco parlo di ciò che penso e provo veramente. Intendo dire che scivolo sulla superficie, ma andare in profondità fa troppo male.
La maggior parte delle volte non sono in grado di fare ciò, perché neanche io so quello che provo o che penso. Non so descriverlo, non so spiegarlo.. vengo lacerata da queste emozioni, ma non riesco a dare loro un nome.. questo, insieme alla solitudine, finisce sempre per portarmi dentro quel vuoto che, giorno dopo giorno, diventa una voragine.


(Margaret)
Chissà dove può essere.. forse è andata alla scogliera. Non ne sono sicura, ma tanto vale provare..
In questo periodo era più giù del solito.. avrei dovuto aspettarmi una reazione del genere..
E quel “Io ho bisogno di qualcuno.. Da sola non ce la faccio” avrebbe dovuto farmi allarmare.. e invece sono solo stata capace di risponderle “ È una bugia, e lo sai: sei forte e ce la farai. Io non posso aiutarti più di così. Sei tu che devi scegliere.” Che risposta assurda! Si è dovuta sentire proprio abbandonata! Pensare che ha solo me e io le nego in questa maniera il mio appoggio! È che sembra veramente forte e io do per scontato che quello che mostra esteriormente sia anche quello che prova interiormente..
È così seria, così diversa mentre cerca di sembrare uguale alle altre.. e più si sforza, più si vede che c’è in lei un fuoco più intenso, un fuoco vero.. ed è proprio questo fuoco che mi fa credere che abbia la forza necessaria per rialzarsi.. ma non è così.
Dovrei averlo capito da tempo che lei non ha ancora imparato a correre sulle cose: va così lenta che ci cade dentro e, in questo modo, soffre di più perché la vede da ogni angolazione.
Devo muovermi a raggiungere la scogliera.. potrebbe essere lì e avere bisogno di me..


(Elizabeth)
Ho vissuto troppi addii per sopportarne un altro.
Come quella volta.. ero piccola, ma il ricordo è ancora molto nitido e, soprattutto, ancora parecchio doloroso.
“Quindi.. te ne vai..” mormorai. Lei abbassò gli occhi. “Devo farlo, devo andare.. mi dispiace.. Sai quanto vorrei starti accanto e riuscire a liberarti dai fantasmi che ti tormentano.. Ma devo partire.”
“Mi hai fatto credere che la mia solitudine fosse finita, che saresti rimasta qui.” replicai io.
“Io non ho mai detto che non ti avrei lasciata.. Ti ho solo detto che, fino a quando avrei potuto, sarei rimasta al tuo fianco e avrei fatto di tutto per farti stare meglio. Ora è giunto il momento di separarci, ma non per questo significa che non ci rivedremo più. ciao, piccola.” Mi rivolse un ultimo sorriso, poi si incamminò senza voltarsi. Mi dissi mille volte sciocca per come mi sentivo, per la sensazione di solitudine che iniziava ad invadermi.
Capii che quello era un addio più che un arrivederci.
Cercai ancora di chiamarla, con voce sempre più alta e disperata, ma il bosco aveva già inghiottito la sua figura. Allora caddi in ginocchio e lo sconforto mi attanagliò così forte che iniziai a piangere senza ritegno. Ero sola. Di nuovo.
Avevo come la sensazione che una parte della mia vita si fosse allontanata con lei su quella strada.
Quante volte ho già vissuto quella scena? Mille, mi sembra.
Forse il mio destino è di vedere allontanarsi tutti coloro che amo..


(Margaret)
Di lei non c’è traccia nemmeno qui.. ma.. aspetta.. quel foglio.. non è uno di quei rifiuti che la corrente porta a riva.. è ancora troppo asciutto.
C’è scritto qualcosa. È la sua scrittura.
Non riesco a leggere tutto, gli spruzzi d’acqua hanno fatto colare l’inchiostro in parecchi punti, ma quel che ho capito mi basta. Dice che spera che io possa trovare in tempo questo foglio. Mi chiede di aiutarla, ma solo se sono convinta che ne valga la pena.. Ma certo che penso che ne valga la pena! Come può dubitarne?!
Parla di antiche rovine.. di un posto alto.. cosa può essere? Devo assolutamente trovarla prima che sia troppo tardi! Non credo le sue intenzioni siano poi così positive.
In fondo c’è scritto “Tutto va e viene.. naturalmente. Un abbraccio tua Elizabeth”
Chissà cosa intende.. prima la trovo e prima lo scopro.. devo correre..


(Elizabeth)
Sono in bilico.. sulla linea di confine tra passato e futuro.. Tra ragione e pazzia.. Tra vita e morte..
Sto aspettando solo un segnale.. qualsiasi.. sarà quello a farmi decidere. Sarà quello a decidere della mia sorte..
Ogni istante è prezioso: ad ogni secondo che passa, la possibilità di cadere è sempre più vicina, è sempre più pericolosamente reale..
è sufficiente anche solo il minimo spostamento d’aria: potrei perdere l’equilibrio e trovarmi a terra, oppure nel vuoto, dipende.
Chissà come sarà.. sarà come volare? Proverò le stesse emozioni che provano quegli splendidi uccelli laggiù? Mi sentirò finalmente più libera?
Sinceramente non mi interessa molto.. non è ancora detto che io debba proprio cadere giù..
Da quassù tutto sembra più vasto, immutabile, distaccato. Tutto quello che accade là sotto sembra più un sogno che la realtà..
Eppure siamo io e questo posto a sembrare irreali: nient’altro che il frutto della mia fervida immaginazione..
Questa umida nebbia è troppo fitta per poter scorgere il sole, ma qualche raggio riesce comunque a passare nei punti in cui essa è meno fitta. Tutto è avvolto in una soffice luminosità biancastra che dona tranquillità persino al mio animo inquieto.
C’è pace e silenzio.. finalmente..


p.s. be’ la mia idea inizialmente era semplicemente di scrivervi di ieri e di oggi.. ma poi mi è venuta voglia di scrivere e.. ho cancellato quello che avevo fatto e mi sono messa a scrivere questo. Spero possa piacervi un pochino.. un abbraccio


lunedì 1 marzo 2010

scusate

Scusatemi se per due giorni sono sparita..
ma è un periodo MOLTO difficile.. A volte penso proprio di non farcela, penso proprio che non resisterò ancora a lungo..
anzi, ad essere sincera molto spesso non ce la faccio proprio a far fronte a tutto.. così mi limito a chiudermi in me stessa, a non voler parlare con nessuno, ad evitare i contatti con gli altri.. e purtroppo non riesco nemmeno a trovare la forza per passare dai vostri blog e lasciare qualche commento.. nonostante tutto vi penso sempre.
semplicemente non trovo le parole adatte nè per farvi sapere che ci sono, nè per spiegarvi cosa sta succedendo.. cosa è entrato dentro di me e mi trascina, giorno per giorno, sempre più in basso..
va male, male, malissimo.
mi sembra di essere tornata indietro a qualche anno fa.. stessa astrusione, stesso lacinante dolore.. e come allora anche adesso ho smesso di mangiare.. l'aspetto positivo è che, almeno, ho smesso di abbuffarmi, quello negativo che sto facendo preoccupare mio padre.. e quello che voglio è che gli altri non intuiscano ciò che provo, non sospettino il mio dolore..
Per lo stesso motivo finisco qui questo post pietoso, perchè non voglio farvi preoccupare..

grazie mille per i commenti al post del 23-24 (avete commentato in tantissimi!) e grazie per le ultime persone che si sono aggunte ai miei lettori.
ma soprattutto grazie per la vostra vicinanza e comprensione..
vi saluto
FrammentoDiCristallo