mercoledì 17 agosto 2011

Mi sento una stronza perché lì fuori c’è gente che farebbe di tutto per poter vivere e io invece della mia vita non so che farmene.

Non sono spregevolmente egoista?!

Anche mia madre era pronta a dare tutto per poter continuare a vivere. E io sono qui che spreco la mia unica possibilità.

Mi odio.


E quanto pregai Dio di prendere la MIA vita anziché la sua?!

Avevo 11 anni o giù di lì, pressappoco l’età in cui si crede che Dio sia talmente buono da ascoltare ed esaudire le preghiere di CIASCUNA persona, anche di quella più insignificante.

E quante notte passate a parlarGli, nella speranza che mi ascoltasse.

E in fondo ci credevo che l’avrebbe fatta guarire.

Io non sapevo nemmeno cosa avesse e quanto fosse grave. Non ho saputo nulla fino all’ultimo giorno.

Ma i bambini non sono stupidi, anche se non fanno domande e non hanno spiegazioni riescono a capire quando c’è qualcosa che non va.

Nessuno mi aveva avvisata che ci sarebbe stata la possibilità che lei morisse; però dopo un po’ che si vede la propria madre entrare e uscire dall’ospedale si può iniziare a pensare che potrebbe succedere qualcosa di brutto, anche se si è piccoli, anche se si ha fiducia.

Le notti in cui ero in grado di non allontanare questa idea dalla mia testa pregavo, non facevo altro.

Lui mi avrebbe ascoltato, ne ero sicura: senza di lei non ce l’avremmo mai fatta ad andare avanti e Dio non lo avrebbe permesso.

IO avrei dato la mia vita per lei. Dio avrebbe avuto me.


E invece lei non c’è e Dio mi ha lasciata qui con la mia inutile vita..


Mi dispiace per questo stupidissimo post. Ma sono quasi le due e io sono in piena crisi. Avevo bisogno di sfogarmi.


Chiudo ringraziandovi immensamente per i commenti che mi avete lasciato allo scorso post. Prima o poi metterò in pratica quello che mi avete scritto. Non sono state parole buttate al vento, ve lo assicuro.


p.s. vi chiedo solo una cosa: evitate per favore di commentare dicendo che “la vita è un dono che non va sprecato”, in questo momento la vita per me non è affatto un dono.

per il resto siete liberissimi di scrivere quello che volete.


Grazie per la vostra vicinanza

4 commenti:

  1. Voglio dirti quello che ho già detto ad un'altra persona, che anche lei nel suo blog ha parlato della perdita di una persona cara... Ecco, voglio rivolgerti quelle stesse parole, perchè vengono dal profondo del mio cuore...
    Si dice che il tempo sani tutte le ferite... Io non credo che le cose stiano proprio così... perchè il tempo è una voragine e scava sotto... Cambia, ma non cancella mai...
    Credo che in questo momento ogni parola da parte mia sia superflua… Non si può dire niente. Perché le parole, purtroppo, sono come le preghiere: quando arrivano è sempre troppo tardi… Per quel poco che può valere, perciò, sappi che mi rendo conto di quanto possa essere difficile per te ancora ripensare a tutto questo…
    Però, prova un secondo a pensare al ciclo biologico e al ciclo elettromagnetico… quando una persona muore, torna a far parte del ciclo biologico, alimentando, con le cellule, altre persone, che a loro volta ne alimenteranno altre e veicoleranno la sua essenza corporea. E’ , sotto tutti i punti di vista, una reincarnazione: non è morto definitivamente; torna a far parte del mondo naturale. E’ bello pensare mentre si guarda un fiore, un albero, un animale o un altro essere umano, che porta con se gli albori della materia, la nostra, quella dei nostri cari e quella dell' intero universo visibile: il nucleo vitale.
    Quando un frutto cade in terra, non muore. Nasce una nuova pianta dal suo seme. Tua mamma è un frutto che è tornato alla terra per fondersi con essa. E’ un universalità. La corrente elettromagnetica che tiene unite le cellule, che alimenta le sinapsi, che permette di muovere la materia cerebrale e di provare emozioni, la paragono alla sua anima.
    Se poggi a terra un cavo elettrico in tensione, l' energia elettrica si propaga all' intero suolo terrestre e ai suoi abitatori, vegetali ed animali. Quindi, l’energia di tua mamma fluirà all' interno di altri esseri, in un moto sempiterno. Questo consente anche alla sua aura elettrica di vivere immortalmente.
    Quando guarderai un'altra persona, saprai che porta in se' l’aura elettrica di tua mamma, mescolata a quella che ha unito le cellule primarie, dall' inizio del mondo. In lui, in noi, negli animali, nei boschi, nel mare e in un prato fiorito, scorre l' "anima" dell' intera umanità...

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  2. Anche se tua mamma non è più lì con te, continua a vivere attraverso l' energia e la materia del nostro pianeta.
    Anche se il suo cuore ha cessato di pulsare, continua a vivere nei tuoi ricordi perché le hai voluto bene, perché tra un po’ sorriderai di nuovo e ti emozionerai pensando a lei. Quindi tua mamma continuerà a suscitare, ancora, dei sentimenti, e chi l'ha amata racconterà di lei a coloro che amano, continuando a generare sentimenti, insieme a noi e grazie a noi.
    Sai, ho sul terrazzo una pianta. E’ la stessa che interrai, per alcuni giorni, nella terra che ricopriva la sepoltura di una mia cara amica, Emma, che è morta qualche anno fa proprio causa anoressia, prima che venisse realizzata la struttura in marmo. Quella pianta l’ho poi messa in un vaso, che ho lasciato sulla tomba per alcuni anni. Poi ripresi quella pianta, che nel frattempo è divenuta un piccolo alberello, e l’ho messa in un vaso sul mio terrazzo.
    Quando la guardo, so che Emma è lì. Non mi ha lasciato. E’ lì ed è dentro di me, nel mio sangue, nel mio DNA, nelle mie cellule: vive ancora, in me, con me, negli elementi e con gli elementi che vivono intorno a me. Per sempre. E lo stesso vale per te e tua mamma.
    Ti lascio un grande abbraccio e, per quel che può valere, sappi che ti sono vicina e ti penso...

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  3. Non sei egoista, no.
    Ognuno ha il suo cammino da percorrere e non si mettono le vite a confronto.
    Sai, anche io da bambina pregavo con tutte le mie forze Dio perchè facesse camminare mia sorella, perchè le desse le mie gambe. E ci credevo così tanto che poi la notte mi preparavo all'idea che io non avrei più camminato e piangevo ma ero contenta perchè finalmente sarei stata libera dalla colpa, quella colpa appoggiata sulle mie spalle di bambina sana.
    E quando è morta la mia nonna è stato terribile. Avevo sei anni e mezzo, lei era il mio mondo, la mia salvezza, il mio tutto. La mia mamma era troppo impegnata con mia sorella, era troppo diversa da me, così fredda..invece la mia nonna era uguale a me, io passavo le mie giornate con lei e mi sentivo al sicuro. Poi è morta ed io sono stata persa, schiacciata dalla colpa e dalla sofferenza.
    Ancora oggi quando arriva un dolore che mi sembra troppo forte io vado al cimitero, mi siedo davanti alla sua tomba e le chiedo di starmi vicino, anche se so che lei è sempre accanto a me.
    Tre anni fa ho cominciato realmente a sentire che lei vive dentro di me. Tutto l'amore che mi ha dato è qui, in ogni mia cellula, in ogni mia emozione, in ogni decisione che prendo. E non è una magra consolazione ma la cosa più stupenda che mi potesse accadere.
    Certo, in tutti questi anni, ogni volta che mi sono trovata nella merda, ho pensato che se lei fosse stata con me non sarebbe accaduto nulla di brutto, lei mi avrebbe protetta, mi avrebbe dato il consiglio giusto, ed invece mi sono trovata a dovermela cavare da sola.
    Ma alla fine ce l'ho sempre fatta, anche grazie a ciò che lei mi ha dato in quei primi anni di vita. Sarei una persona totalmente diversa se non avessi avuto la fortuna di incontrare lei sul mio cammino. Purtroppo lei ha portato a termine il suo molto prima di quanto io avrei mai immaginato. Ma ciò che accade ha un senso ed è la miglior cosa possibile, ci credo fermamente.
    E così ho capito che avrei dovuto lasciarla andare (molto molto recentemente!), che non era giusto soffrire ancora per la sua morte, avercela con lei per avermi abbandonata.

    Sei una persona meravigliosa, custodisci dentro di te una perla preziosissima che la tua mamma ti ha aiutato a far crescere. Ora sta a te decidere cosa farne.

    Perchè non stampi alcune pagine del tuo blog per la tua psicologa?
    Magari potrà prendere lei la decisione di farti ricoverare..
    Farsi ricoverare è un atto di coraggio. Non pensare di non meritarlo, di non potertelo permettere. Io mi sono quasi uccisa perchè non ho saputo scegliere di ricoverarmi. Lo desideravo così tanto, desideravo che qualcuno mi liberasse dal peso di dovermi fare così tanto male, desideravo che qualcuno mi aiutasse a respirare. Poi quando lo psichiatra mi ha detto che era arrivato il momento io ho preso tempo, ma già solo per il fatto che qualcuno riconoscesse il mio bisogno e la mia disperata e silenziosa richiesta di aiuto, le cose piano piano hanno cominciato a muoversi e cambiare: io ho cominciato a cambiare.
    Ma non c'è bisogno di arrivare fin lì! Non c'è bisogno di soffrire così tanto!! La vita non è tutta questa sofferenza, cucciola.

    SI CHE CE LA FAI, CREDICI AL 100%!

    Ti voglio bene,
    e ti abbraccio.

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  4. Non c'è molto che io possa dire. Vorrei ma non c'è nulla perchè il tuo dolore è come un groppo nero che deve sciogliersi da solo. Ma io ti offro la mia vicinanza e un fortissimo abbraccio anche se solo con le parole. Anche se solo attraverso i kilometri. IL tempo guarisce. Il tempo passa e guarisce ogni cosa. Lo fa sempre. E passerà pian piano..tutto passerà..

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